La scuola che non c’è…più
La prima media ha rappresentato un passaggio graduale ma in linea con quanto avvenuto alle elementari. Di nuovo tutte ragazze, il cambio di colore del grembiule da bianco a nero. Se riguardo la foto sbucano a poco a poco le differenze di un’appartenenza femminile che in alcune ancora acerbe, saldamente aggrappate all’infanzia, vedono in altre il marcato delinearsi di protuberanze e movenze. Ricordi vaghi di lavori femminili durante l’ora di applicazione tecnica – ricamo, punto a croce, cartoncino e colla, tanta colla e disegni, squadre, righelli – e una splendida lezione sul bacio condotta dalla nostra compagna di scuola già esperta in materia, l’unica a indossare i collant, che cercava di addestrarci sull’utilizzo della lingua nel duetto sensuale e amoroso con il ragazzo che prima o poi sarebbe toccato in sorte a tutte. Peccato non aver avuto il piacere di continuare la lezione, perché il trasferimento dal quartiere San Paolo a quello di Mirafiori Sud, mi avrebbe catapultato da una scuola di educande, ad una di tutt’altro tenore e livello. Quindi dal grembiule da collegiale, allacciato fino all’ultimo bottone, mi ritrovai d’improvviso in una scuola, con classi rigorosamente miste, dove valeva la legge del più forte e dove le ragazze iniziavano a lasciare scoperte quelle parti del corpo che solleticavano il desiderio dei ragazzi più grandi, esageratamente più grandi perché il triennio delle scuole medie per qualcuno era diventato un quinquennio, posticipando così il momento della scelta: o studi o lavori. Nonostante questo non fu ancora il tempo di mettere in atto la lezione sul bacio.
Ps: è strano che entrambe le scuole non esistano più. La prima negli anni 90 diventa la sede del CSOA Gabrio mentre della seconda non esiste più nessuna traccia poiché è stata rasa al suolo e al suo posto è stato costruito un parcheggio sotterraneo, mentre in superficie è stata creata una piazza alla quale un paio d’anni fa è stato dato il nome di piazza Santi Apostoli.
Categorie: luoghi, scuole
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