Lettura scenica

11 Maggio 2022 2 Di Rosa Iannuzzi

Alcune esperienze ti prendono fin dal primo giorno, altre ti incuriosiscono, ti acchiappano e poi ti deludono. Altre ancora ti prendono e ti lasciano come un amante inaffidabile, e ti chiedi perchè? Il laboratorio di Lettura Scenica condotto da Cristiana Voglino di AnteScena – l’associazione culturale torinese che ha organizzato il laboratorio – è stato un insieme di sensazioni ed emozioni, pieno di domande e forse in qualche momento di alcune perplessità. Cosa ci faccio qui? Cosa ho in comune con tutte queste donne , tantissime,  e con questi uomini, per l’esattezza tre, cosa mi porterò a casa? E come sempre accade, sconfessando qualsiasi previsione o aspettativa, se ti lasci andare, se non metti freni, se fai in modo che il tuo disagio, il tuo disorientamento non costruiscano barriere attorno alla tua voglia di fare, di dire, di essere ancora presente in un mondo che fai fatica a comprendere, è proprio in quel preciso momento che succede qualcosa. Solo quando le domande si spogliano da tutti gli orpelli che ne snaturano il senso, solo quando riesci ad arrivare all’essenza della questione che riguarda l’educazione e la formazione continua, che ha a che fare con la capacità di uscire fuori dagli schemi che durante la quotidianità atterrano la tua creatività, costringendoti al suolo legato da inutili pregiudizi di lillipuziana memoria. Solo quando ti fermi e raccogli le idee, ti metti in ascolto e chiudi la porta in faccia al calendario del tempo, ai discorsi da bar spammati sui social come oro colato, alle forze distruttrici che creano voragini nelle quali cerchi di non cadere. Solo quando decidi di reagire recitando, scrivendo, disegnando, suonando, cantando, agitando il corpo e la mente, ribellandoti ai saggi consigli e alle prevaricazioni, solo allora puoi dire di essere vivo. Un laboratorio è sempre un’esperienza di vita e di vitalità, di recupero di energie, di abbandono e di ritrovamento. E sono felice di essere arrivata in fondo, andando oltre le aspettative. Anzi nonostante le aspettative, che sono importanti ma che qualche volta ti fregano, perchè non ti permettono di vedere ciò che realmente accade fuori e dentro di te. Grazie a Cristiana e a tutte le persone che hanno creato insieme a lei il luogo ideale dove apprendere, dove lasciarsi andare, dove ritrovare il proprio centro. Grazie alle mie compagne di viaggio e a Samael. Un particolare ringraziamento va a Antonella Dell’Ara, che ha permesso ai nostri corpi di raccontare storie al di là delle parole.