fare

LAVORETTI 

Dall’estate del 1980 all’assunzione in seguito al concorso del 1985 come succedeva in quegli anni si prendeva tutto quello che c’era. Baby sitter, segretaria in un’autoscuola, portalettere trimestrale, animatrice nelle settimane bianche organizzate dal comune, intervistatrice per indagini di mercato e per indagini sociologiche, commessa in un negozio di abbigliamento, vendemmiatrice nelle colline del Monferrato, accompagnatrice per un’agenzia di viaggi, supplente e infine conduttrice radiofonica.

Restate con noi

Fu un vero e proprio salto. Niente a che vedere con l’autoscuola “Torino Sud”, dove suo padre aveva deciso di sistemarla per tenerla a bada, o del lavoro da postina, svolto nel tempo esatto che l’amministrazione le aveva concesso, nei 90 giorni “come da contratto”, nel quadrilatero Pramollo, Pomaretto, Biscaretti, Unione Sovietica. Lontano mille miglia dalle interviste di mercato, fuori dai negozi di S. Rita, chiedendo all’improvviso: “assaggi questo chewingum e mi dica che sensazioni le da”, o dai sorrisi snocciolati con attenzione ai turisti provenienti dalle Isole Canarie, in una nebbiosa domenica a Malpensa, facendo finta di interessarsi ai racconti melensi che le coppie le proponevano ogni volta nel tragitto Malpensa-Torino. Finchè giunse il giorno che qualcuno le disse: “A Radio Flash cercano voci femminili”. Come sempre pensò che non sarebbe stata capace, che non poteva farcela.”

tratto da Naufraghi, Rosa Iannuzzi, Midgard Editrice 2008

categorie: scelte, legami

TORINO 1980/1993

Decido di scegliere una parola, una sola per ogni singola esperienza a testimoniare la forza e l’impatto che hanno avuto su di me e sulla mia storia di vita. E decido di separare le esperienze con una cesura tra Torino e l’Umbria

SERVIZIO

Lo scoutismo è stato soprattutto questo, imparare a stare con gli altri restando dentro se stessi, andando oltre i propri bisogni, le proprie possibilità. Ampliare quelle possibilità nel gesto della condivisione, della fatica – durante una route, durante un campo – della mediazione – durante le attività, le riunioni -. Cercando il punto esatto dove l’io incontra il noi. E scommettendo sempre sulla possibilità di spostare il punto, senza mediazioni al ribasso ma anche e soprattutto senza orgogli e pregiudizi. Quel tempo è stato perfetto.

Torino 5

Moncalieri

Categorie: strade

 

 

ASCOLTO

Il tempo trascorso nell’associazione di solidarietà con il Guatemala è stato soprattutto l’incontro con una realtà immaginata, narrata da chi ci era stato più volte e da chi invece vi aveva sempre vissuto e percorreva tutta quella distanza per raccontare le ragioni della lotta, della resistenza. Leggere il libro “Mi chiamo Rigoberta Menchù” pubblicato qualche anno prima della mia frequentazione con il Comitato, ritrovando nella narrazione biografica della vita di Rigoberta , la storia di una donna, di un popolo, di una cultura indigena, fino a diventare lei stessa simbolo di un paese in lotta  mi ha permesso di comprendere molte cose ed è stata una grande emozione, e anche se il mio è stato un piccolo e modesto contributo, ricordo ancora bene il fervore e la passione che caratterizzava tutti i partecipanti dell’associazione. Un ringraziamento particolare va a Maria Rosa e a suo marito Piero Padovani.

http://www.arpnet.it/solidgua/index.htm

Categorie: luoghi, legami

DONNE

Negli anni venni contattata diverse volte dalle compagne della Cgil, ma non mi sentivo mai pronta. Pronta per entrare dentro un’organizzazione così strutturata, io che avevo sempre scelto di stare in situazioni libere. Pronta per affrontare le problematiche del mio lavoro, andando oltre la lamentela e la rabbia. E poi arrivò la proposta di prendere parte ad un gruppo di lavoro che si ponesse come obiettivo la creazione di uno sportello di segnalazione delle molestie sessuali in ambito lavorativo. Così iniziammo ad incontrarci. Donne provenienti da situazioni lavorative diverse, poiché la struttura sindacale comprendeva i lavoratori e le lavoratrici dell’allora Amministrazione Pubblica delle Poste e i lavoratori e le lavoratrici di Telecom. Donne di diverse età e vissuti personali, che però provarono, tentarono di costruire un percorso. E che in parte ci riuscirono grazie al supporto di altre donne presenti nell’organizzazione da molto tempo e che hanno dato spazio e fiducia alle ultime arrivate, come me.

Categorie: legami, interventi, nascite

DOVE METTERE IL CUORE

L’Arci è stata per molto tempo la mia seconda casa. La casa dove incontrare molte persone, alcune diventate amiche negli anni. La casa dove accogliere idee, progetti provando a costruire insieme un presente condiviso nella prospettiva di un futuro a misura umana, dove le relazioni fossero al centro e non nell’ombra di una prassi politica sempre più arroccata e escludente. In tutti i progetti, in tutte le iniziative ci ho messo sempre l’anima. E la risposta è sempre stata meravigliosa, sia in termini di presenze che di energie.

La Casa del Popolo e i giochi per i ragazzi 1993/1994

Arci, bambini, donne 2002/2003

Gruppo d’Incontro il Girasole 2006

Ideando 2007/2010

COME ENTRARE DECISA ED USCIRNE CONFUSA

La politica e l’esperienza istituzionale 1998/2002

Dell’esperienza politica non voglio raccontare. Ricordo ancora la fatica, il senso di inadeguatezza, il senso di estraniamento, la predisposizione fagocitante degli uomini che fanno politica e che escludono qualsiasi possibilità di essere altro. Sopratutto nei confronti delle donne. Di quella esperienza, salvo le persone incontrate, l’esperienza da assessore nel comune di Città della Pieve, conclusasi dopo 15 mesi, e dimessa dal Sindaco per incompatibilità (la mia di dire sì dove serviva, la sua di accettare altri al di fuori di sé stesso), i compagni del circolo di Moiano che sono stati sempre vicini. Dentro quel partito ho imparato che essere di sinistra e praticarne i valori non sono la stessa cosa. E che il bene comune non lo è per tutti. A volte per imparare bisogna sbatterci il capo. E dopo aver citato il subcomandante Marcos alla fine del mio intervento nel congresso provinciale di Rifondazione del marzo 2002, abbandonai per sempre la politica. O meglio ripresi a farla a modo mio.

FARE TEATRO

E dire, dire ancora parole d’altri, ripetute a voce alta, lanciate a se stessi, ai propri compagni di viaggio, sottolineate nei copioni, suggerite, molti anni più tardi, quando pensavo che non fosse più il tempo, perché volevo stare nascosta e non tornare di nuovo sul palco, ma restare dietro le quinte, sulle gradinate di piazza, dentro i saloni da ballo, persa nelle volte dei terzieri, nei cortili, nei garage, ovunque si potesse costruire la scena. Tornare allora con il fare, perché il teatro non è fatto solo di parole, ma di quello che fai, sporcarsi le mani, faticare senza affaticarsi, perché l’adrenalina tiene insieme braccia e gambe e non vorresti smettere mai. Perchè il teatro è anche un’officina dell’anima.

Spettacoli marionette Ciriè

Spettacoli Orto del Merlo

Spettacolo I Ragazzi di Moiano

Anghiari e la Lua 2002/2014

Anghiari è stato amore a prima vista. E’ stato il luogo, ma anche la mente, il cuore, il corpo. E’ stato l’incontro con l’altro, ma prima di tutto con se stessi. E’ stato il contatto, recuperare energie e forze, dopo la sconfitta politica. E’ stato ripartire senza buttare via nulla, anzi ripartendo dalla forza del proprio passato. Ed è stato soprattutto cominciare una nuova vita. E i laboratori che ho condotto negli anni successivi ne sono la prova. Ma Anghiari ha significato non smettere mai di imparare, mai arrendersi, mettendosi continuamente alla prova (il corso sul giornalismo biografico ne è stato la conferma). Mi manca molto.

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Campagna crowfunding per Tutti i giorni della nostra vita

Prima di questo libro ci sono stati molti tentativi e alcune prove generali. I tentativi sono stati i miei libri nel cassetto, che probabilmente lì resteranno, le poesie, gli scritti, innumerevoli e vari. Le prove generali sono state prima di tutto “Naufraghi”, un racconto autobiografico pubblicato dopo la scomparsa di mio padre e a lui dedicato e poi il librettino degli “Appunti di Contrada” che è stato un simpatico esercizio di narrazione ispirato alla manifestazione dei “Ruzzi della Conca” che si svolge a Chiusi tra fine agosto e gli inizi di settembre. E poi mentre cercavo in rete un modo diverso per pubblicare i miei racconti ho trovato Bookabook e il suo crowfunding letterario. Questa esperienza non mi ha soltanto permesso di pubblicare la mia raccolta di racconti. E’ stata soprattutto un’esperienza umana perché durante la ricerca di sostenitori per la campagna è nata l’idea di organizzare delle presentazioni del libro che ancora non c’era. Idea che ho immediatamente condiviso con la mia carissima amica Cristina, che è stata un prezioso sostegno e che mi ha accompagnata durante tutto il percorso. E le presentazioni (cinque in tutto) sono state fatte nei luoghi a me più cari, partendo dal circolo PD di Sanfatucchio, la frazione di Castiglione del Lago dove vive Cristina, passando per il circolo Arci di Moiano, la casa del Popolo dove ho avuto la possibilità di organizzare cose meravigliose, grazie alla partecipazione e collaborazione di molte donne della frazione. E poi i luoghi del cuore, Vaglio Basilicata – il paese natio di mio padre –  e Sant’Andrea il paese dov’è nata e dov’è vissuta mia madre fino a vent’anni e per una fortunata coincidenza anche il mio paese natio. Fino ad arrivare a Castiglione del Lago, una delle cittadine a me più care della zona dove ho avuto il piacere e la fortuna di collaborare con un’associazione del luogo Ideando, nella costruzione di iniziative e attività culturali. Ecco che durante la costruzione di un percorso che mi ha permesso alla fine di pubblicare il libro, ho avuto la possibilità di ritrovare legami, affetti. E’ stato un viaggio emozionante.